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compagnia se non di quelli che creda esser malcontenti;
e subito che a uno mal contento tu hai scoperto l animo
tuo, li dài materia a contentarsi, perché manifestamente
lui ne può sperare ogni commodità: talmente che, veg-
gendo el guadagno fermo da questa parte, e dall altra
veggendolo dubio e pieno di periculo, conviene bene o
che sia raro amico, o che sia al tutto ostinato inimico del
principe, ad osservarti la fede. E, per ridurre la cosa in
brevi termini, dico che dalla parte del coniurante, non è
se non paura, gelosia, sospetto di pena che lo sbigotti-
sce; ma, dalla parte del principe, è la maestà del princi-
pato, le leggi, le difese delli amici e dello stato che lo di-
fendano: talmente che, aggiunto a tutte queste cose la
benivolenzia populare, è impossibile che alcuno sia sí te-
merario che congiuri. Perché, per lo ordinario, dove
uno coniurante ha a temere innanzi alla esecuzione del
male, in questo caso debbe temere ancora poi, avendo
per inimico el populo, seguíto lo eccesso, né potendo
per questo sperare refugio alcuno.
Di questa materia se ne potria dare infiniti esempli;
Letteratura italiana Einaudi 68
Niccolò Machiavelli - Il Principe
ma voglio solo esser contento di uno, seguito alla memo-
ria de padri nostri. Messer Annibale Bentivogli, avolo
del presente messer Annibale, che era principe in Bolo-
gna, sendo da Canneschi, che li coniurorono contro su-
to ammazzato, né rimanendo di lui altri che messer Gio-
vanni, che era in fasce, subito dopo tale omicidio, si levò
el populo et ammazzò tutti e Canneschi. Il che nacque
dalla benivolenzia populare che la casa de Bentivogli
aveva in quelli tempi: la quale fu tanta, che, non restan-
do di quella alcuno in Bologna che potessi, morto Anni-
bale, reggere lo stato, et avendo indizio come in Firenze
era uno nato de Bentivogli che si teneva fino allora fi-
gliuolo di uno fabbro, vennono e Bolognesi per quello
in Firenze, e li dettono el governo di quella città: la qua-
le fu governata da lui fino a tanto che messer Giovanni
pervenissi in età conveniente al governo.
Concludo, per tanto, che uno principe debbe tenere
delle congiure poco conto, quando el popolo li sia beni-
volo; ma, quando li sia inimico et abbilo in odio, debbe
temere d ogni cosa e d ognuno. E li stati bene ordinati e
li principi savi hanno con ogni diligenzia pensato di non
desperare e grandi e di satisfare al populo e tenerlo
contento; perché questa è una delle più importanti ma-
terie che abbia uno principe.
Intra regni bene ordinati e governati, a tempi nostri,
è quello di Francia: et in esso si truovano infinite consti-
tuzione buone, donde depende la libertà e sicurtà del re;
delle quali la prima è il parlamento e la sua autorità. Per-
ché quello che ordinò quel regno, conoscendo l ambi-
zione de potenti e la insolenzia loro, e iudicando esser
loro necessario uno freno in bocca che li correggessi e,
da altra parte, conoscendo l odio dello universale contro
a grandi fondato in sulla paura, e volendo assicurarli,
non volse che questa fussi particulare cura del re, per
tòrli quel carico che potessi avere co grandi favorendo
li populari, e co populari favorendo e grandi; e però
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Niccolò Machiavelli - Il Principe
constituí uno iudice terzo, che fussi quello che, sanza ca-
rico del re battessi e grandi e favorissi e minori. Né
poté essere questo ordine migliore né più prudente, né
che sia maggiore cagione della securtà del re e del regno.
Di che si può trarre un altro notabile: che li principi
debbono le cose di carico fare sumministrare ad altri,
quelle di grazia a loro medesimi. Di nuovo concludo che
uno principe debbe stimare e grandi, ma non si fare
odiare dal populo.
Parrebbe forse a molti, considerato la vita e morte di
alcuno imperatore romano, che fussino esempli contra-
rii a questa mia opinione, trovando alcuno essere vissuto
sempre egregiamente e monstro grande virtù d animo,
non di meno avere perso lo imperio, ovvero essere stato
morto da sua, che li hanno coniurato contro. Volendo
per tanto rispondere a queste obiezioni, discorrerò le
qualità di alcuni imperatori, monstrando le cagioni della
loro ruina, non disforme da quello che da me si è addut-
to; e parte metterò in considerazione quelle cose che so-
no notabili a chi legge le azioni di quelli tempi. E voglio
mi basti pigliare tutti quelli imperatori che succederono
allo imperio da Marco filosofo a Massimino: li quali fu-
rono Marco, Commodo suo figliuolo, Pertinace, Iulia-
no, Severo, Antonino Caracalla suo figliuolo, Macrino,
Eliogabalo, Alessandro e Massimino. Et è prima da no-
tare che dove nelli altri principati si ha solo a contendere
con la ambizione de grandi et insolenzia de populi,
l imperatori romani avevano una terza difficultà, di ave-
re a sopportare la crudeltà et avarizia de soldati. La
qual cosa era sí difficile che la fu cagione della ruina di
molti; sendo difficile satisfare a soldati et a populi; per-
ché e populi amavono la quiete, e per questo amavono
e principi modesti, e li soldati amavono el principe [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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    Dawniej młodzi mężczyźni szukali sobie żon. Teraz wyszukują sobie teściów. Diana Webster

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